Gli sfollati di San Nicolò: «Siamo noi il prossimo a cui prestare aiuto»

TERAMO – «Dateci delle risposte concrete per uscire fuori da questo inferno». E’ questo l’appello che gli sfollati del condominio Uliveto di San Nicolò rivolgono al Vescovo, Monsignor Michele Seccia, in una lettera aperta. La missiva, firmata dal portavoce Divinangelo Terribile, ha lo scopo di informare il Vescovo sulla situazione delle 36 famiglie, rimaste senza casa dall’aprile 2012. Tra queste, 12 hanno deciso, dopo aver perso i fondi per l’autonoma sistemazione nel giugno scorso, di trasferirsi in una tendopoli allestita circa 20 giorni fa a Piano D’Accio. «Tutto questo – afferma Terribile – perché non si arriva alla fine del mese, non per spirito polemico».   Terribile ricorda che la situazione è stata generata da una causa naturale, il terremoto, ma anche dalle lungaggini burocratiche e chiude con un interrogativo: «Se noi non siamo il prossimo a cui prestare soccorso, chi siamo allora? Che dobbiamo fare?».